La Società dell'Egoismo-Narcisismo

Come mettere al centro il Sé ed essere catapultati in una bolla: in uno spazio non relazionale, rimanendo in Coscienza monadica... la Nuova Era dello Psicoticismo espanso ...

L’interesse per il narcisismo e la personalità narcisistica si è diffuso a macchia d’olio negli ultimi anni, sia da un punto di vista clinico che nel senso comune. Siamo quindi passati da un momento storico in cui non tutti conoscevano il significato di questa parola e delle sue diverse accezioni, a un contesto sociale e culturale in cui si parla di società narcisistica, di relazioni narcisistiche, e solo in piccola parte anche di disturbo narcisistico di personalità. Siamo nell’epoca dell’autocelebrazione, dove nei diari dei social si ritrae ogni attimo della vita dei protagonisti, dei selfie, dell’incensarsi a tessere le proprie lodi, dell’ognuno che si salva da solo (ed eventualmente a discapito degli altri).

Allora, facilmente pensando al prototipo del narcisista a molti di noi vengono in mente persone poco piacevoli. Gli individui con personalità narcisistica sono individui auto-centrati e auto-riferiti, egocentrici, che non prendono in considerazione l’altro nei suoi bisogni o nelle sue opinioni, che scalano ciò che devono scalare pestando i piedi necessari.

La società contemporanea spesso rinforza questo atteggiamento, promuovendo una dinamica di estremo appetito e abbuffate di potere, di spazio liquido, di cambio di ruoli in base al desiderio e alle mode, dove il motto “tutto senza limiti” sembra spopolare dai social alle pubblicità, alle tariffe telefoniche ai “luoghi” fisici e mentali che “si abitano quotidianamente”, dove la fantasia diventa quella dei movimenti incontrollati ed incontrollabili, come se ci percepisse da soli e ci si potesse adattare ed inventare lo “spazio” intorno a sè, nella fantasia onnipotente che l’altro non esista o non sia “soggetto” come noi.

La contemporaneità moltiplica quelli che Di Maggio chiama i narcisisti ipersensibili, quelli che tradiscono in maniera perfino patetica la dipendenza del giudizio altrui, mentre diminuiscono i narcisisti machiavellici “a pelle spessa”.

L’immagine grandiosa di questi “nuovi” narcisisti, rappresenta una proiezione di sé irrealistica e ideale atta a compensare una rappresentazione di sé molto più modesta e fragile caratterizzata da debolezza e inferiorità.

Forse per provare a comprendere meglio è utile utilizzare uno sguardo analitico-sociale; oggi parliamo di una società post-moderna invasa contemporaneamente dall’assenza dell’altro e dalla propria plus-presenza, impaurita dall’altro come presenza costitutiva e legame, in cui si celebra l’importanza del Self Made Man come unica possibilità per non rischiare la dipendenza dall’altro.

E’ importante avviare una riflessione,a partire dai fenomeni mass-mediatici del passato e del presente, e come tutti questi aspetti si siano via via evoluti per arrivare al quadro di oggi, anch’esso nella sua liquidità in continuo cambiamento. Mi torna in mente quando negli anni ottanta del secolo scorso i bambini accendendo la televisione negli orari pomeridiani trovassero trasmissioni realizzate per loro, in cui erano presenti pupazzi-feticci con cui identificarsi e creare il proprio Sé in evoluzione.

Oggi a distanza di trenta anni da allora accendendo il televisore negli stessi orari troviamo format televisivi dove è presente il trionfo del narcisismo attraverso la lotta per poter salvaguardare la propria individualità, dove l’altro è presente come specchio dei propri bisogni e per sperimentare emozioni immediate, nella speranza di essere poter “essere scelti” da chi è su un “trono”. Credo che questo penetri molto, in termini inconsci, nella futura personalità del bambino, che si troverà a sperimentare non più un pupazzo-feticcio, specchio dove poter creare il proprio Sé, ma “un palcoscenico dove sono presenti tante individualità” che lottano ciascuna per l’autoaffermazione a discapito degli altri.

Una tappa di passaggio da quanto appena descritto ad oggi credo possa essere riconosciuto negli anni novanta dove un celeberrimo spot di una nota compagnia telefonica recitava “Tutto è intorno a te”, una prima metafora che ci descriveva come la realtà, pur senza essere arrivata ad affermare un mondo senza limiti proprio della società post-moderna, si stava preparando a “inventare” una realtà in cui il mondo era disponibile a propria misura e pronto ad essere utilizzato senza la presenza dell’altro.

L’illusione narcisistica della società post-moderna vorrebbe cancellare il tabù della dipendenza dell’uomo dall’Altro. Il suo fantasma è partenogenetico, esclude ogni fecondazione dell’Altro. Il suo disegno è quello dell’auto-costituzione, dell’auto-fondazione, dell’auto-realizzazione. Mai nessun tempo come il nostro ha esaltato a dismisura la figura di Narciso come emblema di un soggetto che basta a se stesso, indipendente, autonomo.

L’ideale seduttivo dell’auto-generazione vorrebbe negare ogni debito, ogni provenienza dall’Altro nutrendo la credenza folle dell’Io che basta a se stesso. Il culto esasperato dell’autonomia individuale vorrebbe recidere ogni forma di dipendenza lasciando solo ai “servi” della post-modernità, ogni concezione solidaristica dell’esistenza.

Lacan ha messo in evidenza il carattere profondamente suicidario del narcisismo umano: idolatrando la propria immagine, perseguendo il sogno onnipotente di cancellare l’alterità, il sogno di Narciso naufraga nell’abisso oscuro delle acque.

Narciso è l’ombra spessa di cui l’uomo ipermoderno è preda. La sua passione furiosa, la sua superbia capricciosa, vorrebbe annullare lo scarto che lo separa da se stesso negando ogni forma di dipendenza dall’Altro. Questa è la sua follia mortale che il nostro tempo ha elevato ad una sorta di nuovo comandamento sociale.

 

fonte: https://www.robertokarra.it/psicologo-psicoterapeuta/articoli-tematici/narcisismo-nella-societa-post-moderna/