Sincronicità Relazione fra processo primario e secondario

Carl Gustave Jung
Carl Gustave Jung

Ora vorrei andare a definire una parola molto interessante. E’ un concetto di Jung e di Pauli: la parola è “sincronicità”. Noi occidentali siamo molto più propensi a credere alla legge di causa-effetto; sincronicità deriva da sin-cronos, ed è una legge che si affianca a quella di causa-effetto e che spiega tutta una serie di collegamenti e legami molto significativi che ci sono tra eventi apparentemente diversi tra loro e non collegabili in modo diretto e causale.A volte sembrano eventi banali: ad esempio oggi è il giorno 12, avete preso l’autobus n. 12 e magari alle ore 12 vi ha telefonato un amico che non vedevate da 12 anni… Jung lo spiega molto bene quando scrive della paziente che le sta raccontando il sogno dello scarabeo, un animalesimbolo dell’antico Egitto e, ad un certo punto, sulla finestra del suostudio appare uno scarabeo nostrano che sembra voler entrare: in quel preciso momento la paziente lo vede e comincia a raccontare, come se    quell’evento avesse liberato qualcosa che prima era bloccato. Quello è un evento sincronico, come lo è quello in cui voi state pensandoad una persona e quella vi telefona. Non potete pensare che sia “un caso”, solo chi non vuole andare un po’ più in là penserebbe che dopo due, tre, mille volte che accadono queste strane “coincidenze” sia sempre il caso; e solo perché la scienza non è ancora in grado di spiegare un fatto perché non ha gli strumenti corretti, non significa che non esista (tra l’altro Pauli, la persona che ha formulato questa teoria con Jung era un fisico).Certo, la scienza si basa su fatti concreti, ed è meraviglioso questo, però è incompleto o meglio, la scienza dovrebbe dire sempre che “la verità di oggi è l’errore di domani”, esattamente quello che ci insegna Popper.Le verità sono dunque elementi che possono essere discussi e anche contraddetti. La sincronicità in ogni caso ci dice che sotto la dimensione materiale e reale di ogni giorno, dove troviamo cose chiare e visibili, c’è anche qualcos’altro, qualche filo più sottile, invisibile, che però… collega le cose tra loro. Anche questo è un qualcosa su cui dobbiamo pensare eragionare: oggi la fisica quantistica ci dice che le cose non appaiono in modo consequenziale ma appaiono tutte insieme o meglio “sono sempre presenti”. Siamo noi che per farle entrare dentro la mente razionale abbiamo bisogno di codificarle e decodificarle una dopo l’altra e quindi  dobbiamo metterle in fila, dando loro un concetto cronologico di prima-durante-dopo, passato-presente-futuro; sono però categorie mentali che derivano dal fatto che abbiamo bisogno di vedere tutto in questo modo e, pertanto definiamo in questo modo anche la realtà, ma le cose non sono esattamente così.Noi vediamo in modo dislocato, diviso e separato, ma tutto… è sempre eternamente presente in ogni istante nella realtà assoluta, solo in quella relativa ci sembra spezzettato. La realtà assoluta è pluridimensionale, siamo noi che vediamo solo alcune delle sue dimensioni. Se avessimo occhi molto più allargati, più capaci di vedere e orecchie per sentire meglio, ci accorgeremmo della presenza di  molte altre dimensioni. Vi ricordate quello che dice Don Juan a Castaneda: "voi guardate ma non vedete; ascoltate ma non sentite”… esattamente di questo si tratta. Il tempo non esiste; la spiritualità non è una questione temporale: dobbiamo distinguere il kairos dal kronos ; noi siamo immersi nel kairos, mentre invece lo trattiamo da kronos. Se comprendiamo bene questi concetti possiamo allora addentrarci un po’ dipiù nella comprensione.Noi conosciamo bene la tripartizione dell’uomo in corpo, mente e animaSiamo fatti di tre livelli strettamente connessi tra loro:

     -         Il corpo è la dimensione fisica, la parte materiale che puòessere vista in maniera chimica; infatti si può analizzare e ci si trovano un sacco di cose: cellule, nervi, ossa, ecc.

     -         Poi c’è la mente, quella con cui ragioniamo, che ci permette di formulare pensieri, discorsi, processi; ha anche una parte affettiva, che sceglie e determina i nostri comportamenti.

     -         Infine abbiamo il terzo livello, l’anima, la trascendenza pura, il nucleo di noi che è spirito; la mente è l’ostacolo che impedisce di accedere a questa dimensione. La mente “mente”; sembra un gioco di parole, ma in realtà, la mente mette un blocco e un veto a tutto quello che non riesce a prendere in considerazione. Per comprendere le cose dell’anima la mente non serve, servono invece il “sentire” e il “concepire” qualcosa che va ben al di là della mente. 

La parola anima coincide abbastanza con spirito ed è molto diversa dalla parola mente. Nella mente ci sono i pensieri, è il nostro computer, quelloche tiene in memoria i files; l’anima è una dimensione molto più profonda, è quella che si lega all’ESSERE e non al fare e al pensare; è quella che dà senso alle cose, alla vita e all’esistere; è quella parte che ci ANIMA, altrimenti non avremmo vita. Possiamo anche vederla sotto forma di     consapevolezza, ma essere consapevoli non vuol dire pensare, vuol dire "essere totalmente presenti qui e ora”, nel preciso istante in cui si stavivendo: questa sembrerebbe essere l’attività più straordinaria e fantastica dell’anima. La psicologia transpersonale prende in considerazione l’anima; avete presente Hillmann quando sostiene che “c’è un testimone nascosto…” ebbene, si riferisce proprio all’anima. L’anima è quella parte di noi che vedeanche quando abbiamo gli occhi chiusi; io direi che è il “timoniere nascosto” che guida la nostra barca anche quando non sappiamo dove stiamo andando.Certo, se volete sapere dove abita l’anima… questo non è facile da definire, ma in ogni caso, per cominciare a cercarla bisogna per prima cosa essere consapevoli, cercare di vivere ogni momento. Per percepire l’anima bisogna essere straordinariamente presenti; però, noi spesso siamoimprigionati dalla mente e non riusciamo ad essere consapevoli e a sentire; siamo troppo abituati a “pensare”, non facciamo altro che macinare pensieri, organizzare le cose con la testa. Un mio maestro diceva che per accedere all’anima bisogna riuscire anche per pochi momenti a “far     tacere il rumore della mente”.Allora, quando ascoltate i grandi Maestri spirituali che parlano di “risveglio”; quando noi astrologi parliamo di URANO e lo definiamo “il     grande risveglio”, stiamo esattamente dicendo che siamo tutti più o meno addormentati o, come dice Erickson, “siamo tutti ipnotizzati ed in trance”, e sarebbe invece il caso di destarci!  Ridestarci, risvegliarci, significa uscire dalla prigionia della mente   razionale: significa tornare a sintonizzarci sulla consapevolezza… non solo immaginare, non pensare ma ESSERE.  Arriviamo quindi ad un’altra parola molto conosciuta, almeno tra i cristiani, ma non compresa: la parola è DIAVOLO, che ha come significato“ostacolo, separazione”; l’ostacolo è il nostro pensiero ed è lui che separa la mente dall’anima. L’immagine di Lucifero o di Satana che vuole essere come Dio forse si riferisce proprio alla mente: attraverso di essa noi ci illudiamo, abbiamo la presunzione di essere come Lui o di superarLo; in realtà quello è proprio l’ostacolo più grande affinché noi arriviamo a capire e a conoscere, a diventare consapevoli. Il fatto che      qualcuno abbia detto “beati i puri di cuore”, forse non ha nulla a che fare con i poveri, come è stato sempre tradotto, ma con quelli che ancora sono rimasti in contatto con il loro cuore, che lo ascoltano e “si ascoltano”, mentre la maggior parte delle persone ascolta solo la mente.Vi siete mai chiesti perché tutte le discipline spirituali prevedano le

     “preghiere”, i “mantra”, o come vogliate chiamarli? Perché la preghierapermette il superamento della mente: ad esempio Osho in un suo bellissimo libro dice che la“pratica” è la forma che ci permette pian piano di superare l’ostacolo della mente. Lui sosteneva che la preghiera ci fa comprendere quanto disturba la mente, perché pregando o meditando noi andiamo oltre la mente… e, allora, comprendiamo. Ora parlerò di una grande attività dell’Anima: l’AMORE che viene insieme alla connsapevolezza e alla meditazione.Innanzitutto, l’anima è qualcosa che sta in relazione con il Tutto: la  relazione è vita, non c’è vita senza relazione e l’ingrediente della    relazione è l’amore. Senza l’amore non si sopravvive: lo scrivono tantissimi autori e la psicologia lo urla a gran voce da sempre. Senza l’amore e senza la relazione con qualcuno di importante non esiste neppure la possibilità di sopravvivere per un bambino. Possiamo dire senza temere di essere smentiti che l’essenza stessa della vita e dell’anima è l’Amore; diceva Herman Hesse: “senza l’amore non si può vivere e neppure morire”, intendendo con questo che si è già morti ancor prima di vivere.        Tornando al tema portante “psicologia, spiritualità e trascendenza” voglio ribadire l’importanza delle parole che non possono essere prese alla lettera in nessuno dei casi, proprio perché quando parliamo di psicologia, di spiritualità e di trascendenza, le parole sono fondamentali ma non possono essere tradotte appoggiandosi al significato letterale, bisogna andare al di là del linguaggio della ragione e della mente; infatti queste    discipline si riferiscono al linguaggio poetico, simbolico e analogico, quel linguaggio che ha bisogno di essere interpretato per essere compreso. Il linguaggio della spiritualità è metaforico e dunque funziona come il sogno, altra nostra enorme potenzialità impossibile da comprendere e tradurre con la mente razionale. Tutto ciò che appartiene a questa  dimensione, tradotto con la parte della mente diventa banale e senza senso. Per concludere, vorrei solo sottolineare che tutti i popoli hanno avuto un rapporto con il Divino, non importa sotto quale forma lo hanno visto e compreso; quello che la psicologia guarda all’interno della spiritualità non ha nulla a che fare con i contenuti della fede o della religione professata, ma riguarda il rapporto dell’uomo con il “credere” .  Jung sosteneva che l’uomo ha da sempre cercato un contatto e per averlo si è creato degli Dei. E’ questo che interessa, non certo se Dio esiste o non esiste. Ed è questo credere che accadono molte cose: è attraverso questo credere che la gente si “converte”, e nel termine probabilmente è insito più uncambiamento di rotta che un cambiamento di fede; un bisogno insito nell’uomo di elevazione e trasformazione che non può avvenire in assenza di fede e della speranza che ci sia qualcosa che va oltre il visibile. Non importa su cosa viene riposta, ma ci deve essere: astrologicamente    parlando, senza la casa nona che è quella della vocazione, della chiamata a credere e ad affidarsi a qualcosa di superiore, noi non avremmo alcuna possibilità di rinascita e di elevazione. Quindi, in ogni vita, ad un certo punto appare la “fede” in qualcosa: l’uomo ha bisogno di credere per vivere e questo lo spinge a cercare di comprendere il rapporto che ha con l’universale. La conversione avviene generalmente dopo una grande crisi in cui, dopo aver tanto cercato e non capito, la mente si arrende, molla la presa e… lì può accadere il miracolo. Il miracolo consiste nel fatto che ci si è aperti a “qualcos’altro” e questo permette di vedere qualcosa che prima non si vedeva ed allora avviene la “conversione” che di suo vuol dire appunto “cambiamento di rotta”; ed è questo che a un certo punto si deve fare: cambiare rotta, altrimenti ci areniamo e ci perdiamo.Credere ha a che fare con la fiducia, con l’abbandono e con l’affidamento,     e tutte queste parole hanno a che fare con i pianeti GIOVE e NETTUNO che guarda caso sono i due signori della casa nona (fede, speranza e percezione dell’Universale) e della casa dodicesima (affidamento e ritorno alla Totalità), al di là delle grandi illusioni della mente e della realtà (case terza e sesta).Se non crediamo e non sviluppiamo fiducia in qualcosa di superiore siamosempre contratti, non riusciamo a rilassarci, ci sentiamo inutili e frammentati: ad un certo punto ci accorgiamo che non possiamo fare altrimenti; dobbiamo fidarci, perché allora – e solo allora – riusciamo a     vivere; ed è quando ci rilassiamo e ci lasciamo finalmente andare che ci  “convertiamo”, perché a quel punto ci accorgiamo della nostra essenza e ci mettiamo anche in sintonia con l’amore che, a detta dei grandi maestri, è l’unica vera legge universale.

 

Breve spiegazione della Sincronicità