Ipnosi e Terapia Ericksoniana

La psicoterapia ericksoniana è una forma di psicoterapia che deriva dal lavoro clinico di Milton H. Erickson, e che basa una parte significativa della sua operatività sull'uso di specifiche tecniche ipnotiche.

Si basa su alcuni assunti teorici:

  1. Il paziente è un individuo unico, e pertanto unico sarà l'approccio utilizzato per curare il paziente (tailoring).
  2. L'inconscio di ciascun individuo è pieno di risorse per risolvere i problemi del vivere quotidiano; le persone sono considerate capaci di autoguarirsi e autocorreggersi, se riescono a sfruttarle.
  3. Qualche individuo ha bisogno di aiuto per risolvere i propri problemi e guarire dai propri sintomi; per poterlo fare, qualche volta una persona deve prima imparare delle nuove abilità, o deve orientare la propria attenzione verso nuovi modi di vedere le cose o di pensarvi.
  4. I sintomi ed i problemi comportamentali sono frutto di un'inadeguata relazione tra mente conscia e mente inconscia.
  5. L'attività psicoterapeutica dell'ericksoniano è principalmente orientata alla risoluzione dei sintomi o dei problemi comportamentali portati nel setting dal paziente.
Ipnosi eriksoniana
Ipnosi eriksoniana

 

L'ipnosi utilizzata come tecnica psicoterapeutica, ha essenzialmente lo scopo di facilitare e incoraggiare l’uso di capacità e potenzialità che restano spesso inutilizzate. L’interesse per questa disciplina è cresciuto considerevolmente negli ultimi anni, soprattutto per merito di Milton Erickson e per le sue concezioni innovative.

In psicoterapia ericksoniana l’idea di base è che gli individui sviluppano problemi psicologici a causa dei propri schemi interpretativi della realtà, maladattivi e limitanti in quanto formatisi in seguito ad un apprendimento disfunzionale e rigido. Questa rigidità impedisce alla persona di conoscere ed utilizzare le proprie capacità con il massimo vantaggio. L’obiettivo della trance ipnotica consiste proprio nello sciogliere queste limitazioni apprese, proprie dei normali schemi di riferimento del paziente, e permettere che le ampie riserve delle loro potenzialità inconsce agiscano, per una soluzione creativa al problema.

Parlare di mente cosciente e mente inconscia non deve far pensare ad una personalità divisa, magari in conflitto con sè stessa. Tale costrutto teorico utilizzato nella terapia ipnotica, serve a rappresentare l'idea che vi sia, al di là delle possibilità attuali (consce), delle risorse potenziali (inconscie). Compito della terapia sarà farle divenire accessibili.

L’obiettivo terapeutico non consiste nell’aggiungere qualcosa di mancante (deficit) e neppure nel correggere aspetti psicopatologici. Si tende invece ad aiutare il sistema ad estendersi in ogni sua parte, a svilupparsi, a trovare nuovi modi affinchè si possa esprimere. In questa prospettiva, la terapia ipnotica ha il compito di evocare le risorse dell’individuo.

A questo scopo, è necessario costruire un intervento che sia il più possibile corrispondente a quelle che sono le caratteristiche ed i bisogni di guarigione e crescita personale della persona.

Le risorse spontaneamente presentate vengono quindi utilizzate attraverso l’ipnosi per introdurre possibilità di sviluppo nella terapia. È proprio per la rapidità e l’incisività della sua azione nello psichico e nell’organico somatico, che la psicoterapia ipnotica trova il suo giusto ruolo tra le più valide delle psicoterapie brevi.

 

fonte: www.ipnositerapiaclinica.it e www.wikipedia.it

Breve biografia

Milton Hyland Erickson (Aurum, 5 dicembre 1901 – Phoenix, 25 marzo 1980) è stato uno psichiatra statunitense.

È riconosciuto come uno dei più importanti psicoterapeuti del Novecento. In particolare rivoluzionò la prassi dell'ipnosi come approccio terapeutico e diede un apporto teorico e tecnico originale e innovativo alla terapia, sia concependo l'inconscio come gravido di risorse fondamentali per la guarigione (segnando così un distacco dalla concezione freudiana quale serbatoio di conflitti rimossi), sia nell'uso innovativo di comunicazioni e compiti per il paziente.

Gregory Bateson inviò da Erickson una serie di clinici per studiarne le tecniche e apprenderne la metodologia, e altri ancora andarono da lui spontaneamente per le stesse ragioni. Così il suo pensiero e le sue tecniche influenzarono notevolmente diverse branche della psicoterapia. Benché si riconosca in Erickson il padre dell'approccio strategico questa etichetta fu data da Jay Haley, che dichiarò esplicitamente che egli si riferì sempre al proprio metodo chiamandolo semplicemente "terapia"[1]. Erickson inoltre, pur scrivendo un'enorme quantità di articoli, non sistematizzò mai in modo del tutto organico le proprie teorie e tecniche. Queste furono piuttosto osservate, analizzate e organizzate dai numerosi allievi e studenti che si formarono con lui, tanto che la maggior parte dei libri a suo nome sono in realtà testi scritti a partire da lezioni, osservazioni, registrazioni, appunti e articoli di Erickson per mano di altri nomi della psicoterapia, quali ad esempio Jay Haley, Ernest L. Rossi o Jeffrey Zeig, mentre numerosi altri autori (come Paul Watzlawick) riportarono ampiamente i suoi contribuiti nei propri scritti, e altri ancora (come Richard Bandler) li presero come spunti per creare nuovi modelli terapeutici - anche molto distanti dalle concezioni ericksoniane.

Erickson è stato presidente e fondatore della Società Americana di Ipnosi Clinica (American Society for Clinical Hypnosis - ASCH) e membro della Associazione Americana di Psichiatria, della Associazione Americana di Psicologia, e dell'Associazione Americana di Psicopatologia.

Erickson si ammalò due volte di poliomielite rischiando di morire; soffriva di atonia, aritmia, amusia e di un grave daltonismo, che gli permetteva di apprezzare veramente il solo colore viola; inoltre passò gran parte della sua vita zoppicando, prima, e sua una sedia a rotelle, infine, soffrendo per terribili dolori negli ultimi anni della sua vita. Tutto ciò, per alcuni, contribuì alla sua crescita interiore e come professionista.

 

fonte: www.wikipedia.it